foto di Silas Hansen
Sorry guys .. for the time being only
available in Italian!
Seduto davanti al pc, circa un mese dopo,
mi rimane una manciata di foto e l’eco di tante emozioni: La paura
e la tanta voglia di tornare a riva durante la prima uscita in mezzo
alle onde, la tristezza di dover lasciare questo posto l’ultimo
giorno, la rabbia di sapere che esiste, ma che è maledettamente
lontano dalla nostra vita e dai nostri pensieri.
Un viaggio di nozze particolare, non c’è che dire, ho sposato
la donna giusta.
Volete che vi racconto delle onde, del reef, dell’acqua di vetro?
Macchè, ci sono le foto.
Vi dico invece delle persone e del posto:
Incontriamo Silas, un artista, un fotografo,
un tuttofare, uno che ti risolve i problemi, che dice sempre la cosa
giusta, un neozelandese che gira il mondo, che ride, che fa ridere,
che ti fa pensare, che è felice. Una persona dalle mille risorse,
dal talento naturale, qualsiasi cosa fa la fa bene, che ha le sembianze
di un ragazzo ma le parole di un saggio.
Incontriamo un gruppo di Surfisti australiani.
Amish, Alex, Mat, Andrew. Basta con i luoghi comuni del surfista vuoto
e superficiale. Ragazzi in gamba, che lavorano sodo, che studiano e
che si impegnano nella vita. Subito in sintonia, ci siamo scambiati
tante impressioni sui nostri modi di vivere; ne esco arricchito, con
la sensazione di tornare a vivere in una nazione rimasta al medio evo.
Il posto è un paradiso. Una spiaggia
magica. Sicuramente non confortevole come i migliori resort, ma è
proprio quella la bellezza del posto, vita semplice e accontentarsi
di quello che ti offre la natura, se piove ti puoi lavare, se no, no.
La corrente è un optional di poche ore al giorno.
Per ultimo, una cena con un 74enne in
giro per il mondo in barca a vela, 3 anni a navigare partito da cape
town, isola per isola. Parlava un italiano a stento, poche parole ma
veramente dense.
Noi due impietriti davanti a tanta energia, a tanto coraggio, a tanta
voglia di vivere ancora la vita. Noi due assetati come spugne secche,
cercando di carpire i suoi segreti..
Mi ricorderò sempre il suo saluto e gli occhi lucidi di mia moglie;
ci disse: “siete una coppia bellissima, buona vita”.
INFO UTILI
Sceglietevi una linea aerea comoda, sono 26 ore di volo passando per
Sydney, (che ne vale la pena restarci almeno 4 gg). Noi abbiamo scelto
Malaysian Airlines. Fee Extrabaggage variabile, se siete fortunati manco
lo pagate.
Volate da Australia a Fiji con la Pacific Airlines/Quantas (fanno i
voli in co-sharing).
NON portatevi sacche pesanti sopra i 32 chili, rischiate per prima cosa
l’infarto quando vi viene detto che lasciano a terra il vostro
sarcofago, secondo poi evitate di spargere attrezzature in aeroporto,
sono riuscito a far scendere la mia sacca da 40 a 31 kg in 10 minuti,
come? Boh! Il costo dell’extrabaggage è abbastanza contenuto
(intorno ai 100 euro).
Fantastico il ritorno. A Fiji chiedete di imbarcare tutto e di riprenderlo
a Roma (dovete fargli vedere i tickets anche degli altri voli) Extrabaggage
gratis, ma penso di essere stato fortunato.
Il posto più vicino per arrivare al reef Frigate Passage (7 miglia)
è l’isola di Yanuca, e il resort più carino (nonché
l’unico) è Batiluva (www.batiluva.com) gestito da Sharan,
un’hawaiana di età indefinita (30 come 60 anni, non si
capisce). Tutto molto semplice, non vi aspettate piscine e idromassaggi,
bensì un prato che sembra finto e spiaggia mozzafiato, bagni
in comune piuttosto puliti (al massimo gli ospiti del resort sono 8).
Sicuramente incontrerete Silas Hansen, (vive praticamente lì)
se non lo incontrate questo è il suo sito www.primophotos.com
. Io sono stato il primo wndsurfista che ha fotografato, quindi ha margini
di miglioramento e potete stupirlo molto di più di quello che
ho fatto io.
Vabè, 2 cose 2 sull’onda
ve le dico: è un incubo quando è grande, una playstation
sotto i 2 metri. Veloce come Oneye ma molto più potente, un tubo
che alza quintali d’acqua. Vi consiglio di uscire dall’onda
prima del gancio finale, a meno che non siate dei pro e fate aereal
da 15 metri, oppure avete una foresta di alberi e vele a disposizione.
Il Frigate Passage è fornito di un reef di tutto rispetto, a
volte affiorante (dipende dalle maree), discretamente vicino al picco:
scarpette quanto basta.
Per il resto, avrete sempre una barca di appoggio, sarete sempre soli
in acqua o qualche surfista che vi incita e vi lascia l’onda (incredibile
eh?), utili per avere qualche punto di riferimento, (considerate che
siete lontani 12 km dall’isola e intorno non c’è
nienteeeee!)
Per gli amanti del web: su Google Earth
le coordinate dell’isola Yanuca sono:
18°22’51,05 Sud
177°59’14,00 Est
mentre le coordinate del Frigate Passage sono:
18°28’30,93 Sud
177°55’34,33 Est
dall’alto si capisce tutto. |